Il 9 e 10 novembre scorsi a Modena, l’europarlamentare ed ex-ministra italiana Cécile Kyenge ha lanciato Afroitalian Power Initiative.
No, non è un partito politico. Come si può intendere dal nome, è un’iniziativa finalizzata al rafforzamento economico e politico della diaspora africana in Italia. Nei due giorni di dibattito e confronto, si ha avuto modo di toccare argomenti come la cooperazione e lo sviluppo tra Europa e Africa, l’autoaffermazione civica, e le opportunità lavorative e imprenditoriali della diaspora.
L’evento ha riunito ben 150 partecipanti e 14 imprese operanti sul territorio e in Africa. Tra queste ricordiamo Roman Empire Tour, un’impresa turistica con base a Roma; Monde Sans Faim, una cooperativa agricola ivoriana con sede a Parma che si occupa di coltivazione alimentare e lotta alla povertà; Vision Channel Africa, una casa di produzione e web tv romana. Non so voi, ma io avrei voluto esserci! Infatti, poco sorprende il successo riscontrato. Nel complesso, Afroitalian Power Initiative è stata ben accolta dalla stampa, salvo qualche aspra critica da parte dei partiti di destra (tanto per cambiare).
Non soltanto l’opposizione si è espressa a sfavore, sono contrari anche membri all’interno della nostra stessa comunità.
Eh sì, avete sentito bene. Secondo Victoria Oluboyo, candidata alle comunali di Parma del 2017, Afroitalian Power Initiative è un errore madornale. Può darsi che per ora sia solo un’iniziativa, ma presto diventerà l’ennesimo partito all’interno di uno più grande. Un movimento simile, ma per le donne, era nato all’interno del PD e lei, come adesso, era contraria.
“Perché è Afroitalian Power. Perché è troppo identificativo. Sembra voler portare avanti solo una tipologia di persone ed è sbagliato”.
Il timore di Victoria è che invece di portare inclusione e integrazione, API produca all’effetto opposto, cioè ad una sorta di emarginazione della comunità nera. “Questo sembra voler rimarcare la differenza tra noi e loro. Se si vuole fare il cambiamento, lo si farà solo all’interno dei canali tradizionali, ovvero nelle proprie associazioni o gruppi politici.”
Alle preoccupazioni di Victoria ha voluto rispondere con un tono più fiducioso Abril Muvumbi, studentessa di Scienze Internazionali e Diplomatiche e stagista presso il Parlamento Europeo. In lei che ha avuto modo di parteciparvi, il convegno di Modena ha acceso molte speranze per il futuro degli afroitaliani. Ha visto e ascoltato racconti di membri della comunità che hanno avuto successo in Italia, nonostante ciò che si crede. Per Abril, Afroitalian Power Initiative è il trampolino di lancio che la nostra generazione stava aspettando:
“Abbiamo bisogno di rappresentarci ed essere rappresentati da persone della nostra comunità! […] Per troppo tempo la nostra versione è stata raccontata. Per troppo tempo abbiamo lasciato nelle mani degli altri battaglie che avremmo dovuto condurre noi. Questo movimento non solo è positivo, ma è necessario.”
Un movimento necessario.
Così come Afroitaliansouls, Italia Africa Business Week e tante altre realtà pensate dalla e per la diaspora africana italiana. In un periodo storico in cui a volte la nostra stessa identità viene messa in dubbio da chi è al potere, in cui si cerca di tapparci la bocca, la comunità nera ha bisogno di un punto di riferimento solido, così come le altre minoranze italiane.
Afroitalian Power Initiative non promuove una sorta di supremazia nera, o peggio, di invasione africana.
Incoraggia sì, il protagonismo della nostra comunità. È per questo che, insieme all’iniziativa dell’On. Kyenge, nasce anche la Carta Democratica degli Afroitaliani: il riconoscimento sociale, politico, economico e civico che meritiamo.
“È giunta l’ora che tutti abbiano una propria voce nella società, nel mondo imprenditoriale e in politica”.