Matteo Salvini che guida il popolo italiano come la Marseille francese?

Da mesi non si fa altro che parlare di questo nuovo Governo guidato dalla coppia Salvini – Di Maio. Il nuovo Ministro degli Interni che non perde occasione per intrattenerci sui social media con provocatori slogan politici, sta sponsorizzando animatamente nuove riforme per  un’Italia più sicura.

Tra le diverse proposte, in data 24 Settembre è stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri il decreto Salvini immigrazione e sicurezza che si compone di tre titoli.

Il primo si occupa di: “riforma del diritto d’asilo e della cittadinanza”, il secondo di “sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata”; e l’ultimo diamministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia”.

In merito al primo titolo, il premier Giuseppe Conte che ha illustrato il testo insieme a Salvini in conferenza stampa ci assicura: «non arretriamo su diritti e garanzie, non cacciamo nessuno dall’oggi al domani». Ma è ampio lo schieramento critico dalla Chiesa alle ONG, dal centrosinistra all’Anci.

Disporre nuovi metodi sulla concessione dell’asilo abrogando la protezione per motivi umanitari.

Dal 1998 hanno diritto al permesso di soggiorno: a) i cittadini stranieri che fuggono da Paesi non appartenenti all’Unione Europea a causa di conflitti, di disastri naturali o di altri eventi particolarmente gravi; b) gli extracomunitari che rischiano la persecuzione nel Paese d’origine o che sono vittime di sfruttamento lavorativo o di tratta.

Con il decreto Salvini tale permesso di soggiorno non potrà più essere concesso, limitando un rilascio soltanto per alcuni “casi speciali” quali: violenza domestica, grave sfruttamento lavorativo, cure mediche nel caso di uno stato di salute gravemente compromesso, fuga da un Paese che si trova in una situazione di “contingente ed eccezionale calamità”; soggetto distintosi per “atti di particolare valore civile”.

La norma continua con possibili variazioni ai requisiti per acquisire la cittadinanza prevedendo:

  • che i richiedenti asilo non possano essere iscritti all’anagrafe e acquisire la residenza.
  • aumento del contributo per la domanda da 200 a 250 euro ed un prolungamento del termine per la concessione della cittadinanza fino a 48 mesi;
  • revoca (o negazione) della cittadinanza a chi viene condannato in via definitiva per reati legati al terrorismo;
  • estensione della lista dei reati che comportano la revoca dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria includendo violenza sessuale; produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti; rapina ed estorsione; furto; furto in appartamento; minaccia o violenza a pubblico ufficiale;
  • domanda per l’acquisizione della cittadinanza potrà essere rigettata anche se presentata da chi ha sposato un cittadino/a italiano/a, ipotesi fino ad ora non contemplata. 
Dove rimangono i richiedenti asilo mentre attendono l’approvazione o la semplice presa in considerazione delle loro richieste?

Salvini propone di tenere uomini, donne e bambini negli hotspot o nei Centri di permanenza per il rimpatrio per un massimo di 180 giorni. In tal modo, tuttavia, aumenterebbe il divario sociale causato dalla estraniazione di una minoranza etnica dal resto della società.

Da ricordare che

“rifugiato è una persona che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese.[…] Per persecuzioni s’intendono azioni che, per la loro natura o per la frequenza, sono una violazione grave dei diritti umani fondamentali, e sono commesse per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza a un determinato gruppo sociale.”

Non mancano le considerazioni negative e gli scetticismi provenienti da organizzazioni internazionali, da partiti di sinistra e da opinionisti, i quali vedono questo decreto come una forma di lesione dei diritti umani e che non sembra in alcun modo essere collegato alla sicurezza. Limitare la concessione di asilo politico condurrebbe verso un aumento dell’immigrazione clandestina.

Tinniti, ex ministro del Pd, ci spiega che quando altri paesi dell’UE hanno fatto in anni passati ciò che l’Italia sta facendo oggi, ad un certo punto ‘si sono svegliati e hanno visto dei loro figli che facevano attentati nelle loro capitali”.

Ed effettivamente ad oggi, il decreto Salvini sembra il più restrittivo rispetto ai decreti sull’immigrazione degli altri Paesi europei. Volgendo infatti lo sguardo ai Paesi protagonisti delle discussioni a Bruxelles sull’immigrazione, la Francia nonostante abbia preso misure apparentemente più dure in materia d’immigrazione prevede delle procedure per la concessione del diritto d’asilo più rapide, garantendo un tempo minore per le ricerche delle prove limitato a sei mesi.

Inoltre è stato ampliato l’elenco dei paesi considerati ‘non sicuri’, comprendendo quelli che trattano l’omosessualità come un reato. Sono state, inoltre, rese più ‘morbide’ le regole su apolidi e vittime di mutilazioni sessuali ed è stato facilitato il ricongiungimento familiare per i minori rifugiati.

Anche la Germania sceglie di adottare nuove riforme volte a facilitare il processo d’integrazione degli immigrati all’interno della comunità tedesca e nel lavoro, ricercando sempre più lavoratori che posseggano competenze pratiche ed un livello di studio elevato. Cosa che in Italia diventa un limite, considerando quanti extracomunitari laureati non possono praticare la loro professione poiché lo Stato non convalida loro il titolo di studio.

A differenza di questi paesi che integrano maggiormente gli immigrati, si evince sempre di più come questo decreto sembri voler far apparire il migrante come un problema di ordine pubblico e giuridico in quanto la richiesta di asilo viene rigettata dallo Stato anche in pendenza di un processo che vede coinvolto l’immigrato, mentre le leggi e la Costituzione italiana sanciscono il principio di non colpevolezza finché la sentenza non è definitiva.

Sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata.

Passando all’analisi del secondo titolo del decreto, sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata”, sentiamo parlare in tutti i social media dell’uso del “taser”, cioè un’arma ad impulsi elettrici, infatti, l’articolo 21 del suddetto decreto sancisce che le polizie municipali dei comuni con più di centomila abitanti possono sperimentare l’uso dei taser.

Il rischio concreto è che le forze dell’ordine possano abusare del proprio potere contribuendo alla fomentazione di rivolte e sommosse da parte del popolo, duplicando i fenomeni di violenza delle forze dell’ordine americane le cui vittime spesso sono cittadini appartenenti a minoranze etniche.

Anche l’Italia, descritta da Salvini come  ‘non razzista’, è stata scenario di situazioni simili alle suddette come il caso di Christian Mpasi ucciso dopo una colluttazione con la polizia, nella quale si presume che gli agenti abbiano usato  violenza durante l’arresto.

Ancora non mi è chiaro se questa parte del decreto sia rivolta ad ogni cittadino senza distinzione di colore della pelle, religione e orientamento sessuale perché sappiamo le idee contorte del nostro Ministro degli Interni.

Amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.

Arriviamo all’ultima parte di questo decreto rubricato che prevede:

  • interventi per potenziare l’organizzazione ed il funzionamento dei beni sequestrati e confiscati
  • allargamento della possibilità, già esistente ma marginale, di vendere i beni non utilizzati per fini sociali.

Vi è inoltre il rischio dell’intervento delle cosche mafiose con l’intento di riappropriarsi dei beni confiscati dallo Stato.

Anche se il Ministro si ritrae come sostenitore dell’antimafia, a me sorgono tantissimi dubbi sulla sua credibilità. Non dimentichiamo, infatti, che in campagna elettorale si è volutamente coalizzato con un ex premier accusato di essere complice delle stragi del ‘93 e condannato per mafia. Strategia politica o forse il nostro Ministro sopravvaluta il suo senso di legalità che pretende in ogni cittadino italiano? Lascio a voi il commento.

Concludo questo mio articolo portando avanti l’idea che tutti i cittadini, in particolare i giovani, dovrebbero essere più attivi ed interessati a ciò che sta cambiando nella nostra realtà, perché solo la partecipazione e la lotta per ciò che riteniamo ingiusto per noi stessi e quindi per ogni essere umano, ci rende cittadini e uomini liberi!

 

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