Stephen Ogongo dal giornalismo all’attivismo politico con Cara Italia.

‘Sogno un’Italia dove tutti gli italiani senza distinzione di origine potranno accedere a tutte le cariche pubbliche e private per dare il loro e pieno contributo allo sviluppo e benessere della nostra cara Italia’. 

Stephen Ogongo

Così scrive il coordinatore del movimento Cara italia, Stephen Ogongo. Partito dal Kenya 25 anni fa, per arrivare in Italia e coltivare quei sogni e quelle speranze messe in una valigia troppo piccola per contenerli. Terminati gli studi, è riuscito a crearsi una famiglia e intraprendere la carriera da giornalista, che lo vede capo redattore di 10 testate del gruppo Stranieri in Italia

Il Governo di destra, il clima di tensione sociale e l’ondata di odio e razzismo che coinvolgono il nostro Paese, hanno spinto Ogongo e i suoi colleghi a fare un passo in avanti nel mondo della politica e creare un movimento formato da immigrati e italiani: CARA ITALIA. Il movimento s’impegna a lottare per la giustizia e difendere i diritti di tutti, focalizzandosi sui diritti degli immigrati che negli ultimi mesi, a causa del nuovo Governo, stanno subendo drasticamente una riduzione. Tra gli obiettivi c’è quello di creare una comunità coesa e istruita politicamente, mettendo a disposizione dei corsi di politica gratuiti per tutti (già avviati), al fine di rendere le persone consapevoli dei loro diritti inviolabili e di difendersi qualora questi venissero limitati o violati. 
L’articolo 3, comma 2 della Costituzione italiana sancisce che:

è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,economica e sociale del Paese

Secondo dati statistici, presentati dallo stesso programma di Cara Italia, attualmente gli immigrati regolari che lavorano e creano posti di lavoro sono quasi il 9% del PIL e questi versano allo Stato 11,9 miliardi di euro l’anno. Ma come vi sentireste se, pur rispettando le leggi di un paese, contribuendo alle sue finanze, questi non vi accetta come cittadini e vi esclude dal voto?. E’ proprio questa prerogativa che fonda tutte le ingiustizie che gli immigrati subiscono. Per i politici, chi non vota non conta. Le loro idee e i loro problemi sono facilmente ignorati perché i politici ascoltano solo chi può decidere il loro destino attraverso il voto. Il giorno in cui tutte queste persone senza cittadinanza avranno il diritto al voto il discorso sugli immigrati cambierà drasticamente.

In una recente intervista, alla fatidica domanda: <<pensa che questo Paese, sia un paese razzista?>>, Ogongo risponde, con una frase forse troppo ricorrente fra gli attivisti di origine straniera che: <<‘L’Italia non è un paese razzista e mai lo sarà, ma sono aumentati gli episodi di razzismo>>. Ora, quanto siamo sicuri che questo paese non sia effettivamente razzista? E’ vero che nella storia moderna, gli episodi di razzismo sono sempre stati presenti ma è anche vero che un paese nel quale ai vertici politici ci sono figure che istituzionalizzano il razzismo, ne fanno elemento di propaganda politica e lo strumentalizzano per avere maggiore fiducia nel governo, effettivamente diventa uno Stato razzista. Prendere consapevolezza di questa situazione, non significa escludere la presenza di cittadini onesti che sono parte fondamentale dei processi di soccorso ai migranti e di integrazione. Ma non ci si dovrebbe celare dietro la paura di dire che questo paese sta ponendo le basi al fenomeno del razzismo, che accresce il numero delle sue vittime siano essi immigrati oppure cittadini italiani di origine africana, asiatica, etc…

La società multiculturale italiana, di cui parla lo stesso Ogongo, deve avere rappresentanze che siano in grado di palesare queste situazioni per la loro brutalità e non cercare consenso mediatico e di addolcire la pillola. Il movimento politico Cara Italia quanto è pronto ad esporsi ai rischi e pericoli mediatici, quando si tratterà di puntare il dito contro le autorità e parte del popolo che sono la causa di questo razzismo? 

Se vogliamo creare un paese in cui noi nuove generazioni e i nostri figli possano spiccare il volo, allora avremo bisogno di un cielo limpido e delle ali forti sulle quali si potranno aggrappare. Ma la forza e i traguardi, senza lotta e resistenza non sono realizzabili.

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