Il talento del mese di luglio è Tolulope Olabode Kuti, in arte Mista Tolu. Nato in Nigeria nel 1989, si è trasferito all’età di due anni in Italia, dove è cresciuto con la famiglia in provincia di Mantova, a Castiglione delle Stiviere. Con una laurea in scienze delle comunicazioni, conseguita a Cambrige, in Gran Bretagna, Mista Tolu non si limita a fare il rapper: a Brescia, insieme a due amici, ha fondato l’etichetta “Mancamelanina Records“, dimostrando un eccezionale talento come producer e tecnico del suono, sfornando brani dal sound hip hop originale e coinvolgente e si cimenta anche come video maker, collaborando con varie case di produzione. Conosciamolo meglio!

Ti identifichi con il termine afro-italiano?

Sì, ma non del tutto perché gli anni trascorsi all’estero hanno decisamente lasciato il segno, oggi mi considero cittadino del mondo. Ho la pelle nera, conosco lingua, usi e costumi del mio paese d’origine, ragioni per cui non potrei mai negare di essere nigeriano, nonostante ciò, mi sento sicuramente più italiano. Ritengo che molti ragazzi di seconda generazione ricerchino in maniera un po’ forzata la loro appartenenza alla cultura africana. Io, sinceramente, non credo di essermi mai posto il problema dell’identità culturale, ho sempre vissuto in modo spontaneo e naturale. Riflettendoci, però, la parte africana di me prevale quando mi trovo in Italia: vuoi perché nella mia zona i neri sono in minoranza, per cui non passo certo inosservato; vuoi per l’aumento dell’intolleranza nei confronti degli stranieri… Quando sono all’estero, invece, non riesco a presentarmi semplicemente come nigeriano; sarebbe una menzogna perché, concretamente, di nigeriano in me c’è poco.

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E allora come reagiscono, al di là del territorio nazionale, quando ti presenti come italiano?

Nel 2008, anno in cui mi sono trasferito nel Regno Unito, nessuno concepiva come potessi essere nero e allo stesso tempo italiano. Dal 2009 in poi, quando Mario Balotelli è diventato un calciatore di fama internazionale, gli inglesi hanno iniziato a familiarizzare con l’idea di italiani non caucasici.

Hai frequentato l’università in Inghilterra, conseguendo la laurea in scienze delle comunicazioni e hai poi deciso di tornare in Italia, anziché restare in Gran Bretagna, dove ci sono prospettive di vita migliori. Perché?

Perché sono un incosciente! Mio padre mi dice spesso <<Vai a Londra, fatti i, non stare a perdere tempo in Italia!>>. Probabilmente se fossi rimasto in Inghilterra, ora avrei le spalle coperte, con un lavoro a tempo pieno ben pagato, ma credo che, a lungo andare, lo stile di vita “from 9 am to 5 pm” di semplice impiegato non mi avrebbe soddisfatto. Sono tornato qui perché sentivo la necessità di dare il mio contributo alla crescita della comunità delle seconde generazioni italiane e ho pensato che lo strumento migliore a mia disposizione fosse la musica. Gli anni trascorsi all’estero mi hanno permesso di vedere l’Italia da una prospettiva diversa: ho realizzato che la nostra società ha delle gravi lacune e mi piacerebbe poterla, nel mio piccolo, innanzitutto aprendo gli occhi sulla realtà degli afro-italiani e, in secondo luogo, sfatando il mito che gli africani siano tutti ignoranti o delinquenti.

Come e quando ti sei avvicinato alla musica rap?

In età adolescenziale, all’inizio degli anni 2000. Ho iniziato ascoltando gli artisti più famosi dell’epoca, prevalentemente americani e cercavo di emularli, fingendo di essere anch’io un gangster. All’epoca, l’hip hop italiano non veniva trasmesso nè in radio, nè in tv, perciò credevo ingenuamente che sarei stato il primo a lanciare questo genere musicale nel Bel Paese. Ho invece poi scoperto, a malincuore, che ci avevano già pensato in molti di prima di me! Mi sono così avvicinato alla scena underground italiana, di cui mi sono appassionato partecipando a numerosi contest di freestyle e mantenendo ottimi rapporti con altri membri della community. La mia appartenenza a quel mondo si è chiaramente riflessa nei miei primi due album: “Manifesto” (2011) e “Wake up” (2012), a forte impatto sociale. In essi ho voluto premere sulla ricercatezza dei testi, affrontando temi quali le discriminazioni razziali e lo sfascio della politica, proprio per dare uno scossone al pubblico che, devo dire, ha risposto in maniera molto positiva, soprattutto durante le mie esibizioni. Ultimamente, però, la mia musica ha preso una direzione diversa: ho deciso di spostare il focus dalle parole al sound, realizzando brani spensierati, che intrattengano, facciano ballare e divertire.

Quali sono, a tuo parere, le principali differenza tra l’hip hop made in Italy e quello a stelle e strisce?

Nel rap italiano i testi sono fondamentali, invece oltre oceano le parole delle canzoni passano totalmente in secondo piano a favore del beat, tanto che spesso le “lyrics” sono incomprensibili anche per gli americani stessi. Altrimenti non si spiega come nei club tutti ballino e cantino a squarciagola “I am in love with the coco…”. L’hip hop americano ormai ruota attorno allo svago, lo sperpero di denaro, il sesso… Motivo per cui ho smesso di ascoltarlo da un po’, sono alla di qualcosa di più stimolante. Gli unici rapper made in USA che ancora apprezzo sono J.Cole, Kendrick Lamar e chi, come loro, ha qualcosa da dire; ammetto che comunque anche io mi scateno nei locali quando il dj suona pezzi “trash”…

Parlaci dell’etichetta Mancamelanina Records.

Nel 2014, insieme a Diss2Peace e Yank,  ho fondato Mancamelanina Records di cui fanno parte anche Bamba Bhood, Valentino Ag e Blackson. L’etichetta è nata per colmare il vuoto della rappresentanza africana nella scena musicale hip hop in Italia e consentire anche a ragazzi di talento che vivono in condizioni disagiate di registrare i loro brani presso il nostro studio, dove mi occupo personalmente di produrre e mixare i brani. L’obiettivo principale è quello di formare una community a larga adesione su tutta la penisola, per crescere insieme e soprattutto, farci sentire. Con l’uscita del primo mixtape”Mancamelanina“, disponibile su http://mancamelaninarecords.com, Spotify e anche in copia fisica su richiesta, siamo partiti col piede giusto, riuscendo a raggiungere un elevato numero di persone, guadagnando consensi anche di artisti del calibro di Fabri Fibra.

Nei tuoi brani rispondi con tono schietto e provocatorio a ingiustizie e discriminazioni. Mantieni lo stesso atteggiamento quando ti trovi in situazioni simili nella vita di tutti i giorni?

Data la mia apparenza, la gente ci pensa due volte prima attaccarmi, perciò mi capita raramente di subire insulti razzisti. In quei rari casi, comunque, tendo sempre a ironizzare per evitare che i battibecchi degenerino in liti violente, non ne vale la pena.

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Da qualche mese vivi a Brescia, dove hai fondato l’etichetta Mancamelanina Records. E’ vero che è una città stracolma di africani?

Sì, confermo. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che sono gli unici ormai a riprodursi; d’altronde, è risaputo che il tasso di natalità italiana diminuisce di anno in anno. L’impatto con Brescia è stato molto forte e inaspettato perché sono cresciuto in una piccolo paese di provincia, dove c’è una bassissima percentuale di stranieri. D’un tratto, mi sono trovato in una realtà opposta, circondato da africani perfettamente integrati, che hanno creato una sorta di piccola Africa all’interno della città stessa. Ad esempio, ci sono locali praticamente esclusivi per i neri e passeggiando, ti può capitare di sentire ragazze italiane caucasiche parlare italiano con l’accento nigeriano!

 

La cosa pazzesca è che ho appreso molti aspetti della cultura e della mentalità del mio paese d’origine solo dopo essermi trasferito qui e sicuramente il contesto multietnico e multiculturale bresciano ha influenzato il cambiamento dei miei gusti musicali e delle mie fonti di ispirazione artistica.

Infine, se potessi consigliare una tua canzone che dia una svegliata ai ragazzi di seconda generazione “smarriti”, privi di valori e disinteressati alla realtà che li circonda, quale sceglieresti?

“Look around you”, ovvero guardati attorno.

https://www.youtube.com/watch?v=ZgW_LR5Xdpc

Seguite Mista Tolu e gli altri artisti di Mancamelanina Records ai seguenti link:

www.mancamelaninarecords.it, dove scaricare il mixtape “Mancamelanina

Facebook & Youtube: Mancamelanina Records

Bellamy

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