Dopo l’uccisione dell’afroamericano George Floyd negli Stati Uniti, migliaia di persone sui social network hanno mostrato solidarietà al movimento di protesta Black Lives Matter, contro il razzismo.

Questo fiume di indignazione si è riversato anche nel cuore dell’Europa, la Germania. All’inizio di giugno, migliaia di persone hanno pubblicato quadratini neri su Instagram accompagnati dalle caption #blackouttuesday e #theshowmustbepaused. Sembra come se questa morte avesse in qualche modo scoperchiato il vaso di pandora del razzismo, facendo aprire gli a molti bianchi.

Silent Demo: migliaia di dimostranti scesi in piazza

Il supporto non si è fermato ai social media, questo eco si è riversato anche sulle strade delle principali città tedesche, dove giovani di tutte le estrazioni sociali si sono riuniti sotto una sola bandiera, “Black Lives Matter”. 

Sabato 06 giugno, le dimostrazioni si sono propagate in gran parte delle città principali dello Stato federale.  Le cosiddette Silent Demos (dimostrazioni silenziose) in circa 25 città tedesche.

Nadia Asiamah organizzatrice della prima demo contro il razzismo in Germania
Nadia Asiamah

Stoccarda ha registrato la prima “Silent Demos” tedesca, ideata da Nadia Asiamah, una ragazza 22enne di Stoccarda. “Per me, pubblicare post sui social media non è stato abbastanza. Sentivo di dover fare di più per questa causa”, ha detto Asiamah. Inizialmente, aveva pianificato di coinvolgere 20 amici per unirsi alla sua protesta, ma presto divenne chiaro che molti altri avrebbero partecipato e preso spunto dalla sua iniziativa per replicarla in altre città. Alla fine più di 20 “Silent Demos” sono state registrate  in tutta la Germania sul modello di Asiamah, utilizzando anche le sue grafiche.

“No al razzismo! – Insieme siamo forti” è il motto di Amburgo, dove la polizia ha parlato di un totale di 14.000 partecipanti complessivi in due raduni quasi simultanei a Jungfernstieg e Rathausmarkt. Secondo le forze dell’ordine, circa 15.000 persone si sono radunate in  Alexanderplatz a Berlino. Mentre a Monaco di Baviera, 25.000 persone sono scese presso Königsplatz.

Per otto minuti e 46 secondi c’è stato un silenzio assordante in piazza con i partecipanti in ginocchio, ricordando lo stesso tempo di agonia di George Floyd. Dopo di che i manifestanti hanno iniziato a gridare gli stessi slogan che hanno caratterizzato le proteste contro la police brutality in tutto il mondo: “Le vite nere contano!”, “Black lives matter!”, “No justice, no peace!”

Demo contro il razzismo Black Lives Matter a Königsplatz, Monaco di Baviera
Black Lives Matter a Königsplatz, Monaco di Baviera

Tra i personaggi noti che hanno partecipato alla demo di Monaco c’è stato il modello senegalese Papis Loveday, che è stato il primo uomo nero a sfilare in passerella per marchi di lusso come Gucci e Armani.

“Ho vissuto negli Stati Uniti, in Francia, in Italia e in Germania”, ha affermato. “E ho visto l’odio dappertutto. L’idea che alcune persone valgano più di altre solo per il loro colore della pelle è il più grande fraintendimento dell’umanità. Questo deve finire!”

Demo contro in razzismo. Papis Loveday

Foto: Florian Peljak
Topmodel Papis Loveday

Queste manifestazioni silenziose non sono solo un appoggio con la situazione america ma anche una denuncia contro il razzismo che si perpetua in questo paese. 

Razzismo in Germania

Annette Widmann-Mauz | Christlich Demokratische Union Deutschlands
Annette Widmann-Mauz, CDU

Il ministro dell’Integrazione Annette Widmann-Mauz ha invitato le persone in Germania a sviluppare una maggiore consapevolezza della discriminazione razziale.

“Il razzismo esiste anche in Germania: a scuola, per strada, al lavoro, in autobus e in treno, nella cerchia di amici”, ha detto il politico della CDU (partito politico tedesco dei democratici cristiani). Questo deve essere riconosciuto, nominato e combattuto in tutte le aree. Il razzismo è il terreno fertile ideologico per l’estrema violenza di Destra, ha avvertito. Secondo l’esperienza dell’Agenzia federale anti discriminazione, gli insulti e le discriminazioni nei confronti delle persone a causa del loro colore della pelle sono diffusi anche in Germania. 

Il cosiddetto Racial Profiling in Germania è pressoché all’ordine del giorno, l’ho notato io stessa in prima persona. Anche nei piccoli centri urbani si verificano questi fenomeni, per lo più nei confronti dei rifugiati e dei profughi da parte di ogni ente di autorità pubblica.

Il mese scorso ho assistito ad una scena raccapricciante. Tre vigilanti nei pressi di una stazione si sono precipitati verso di me per controllare se avessi la mascherina protettiva, saltando diverse persone che ne erano prive. Dopo di me si sono spostati verso un gruppetto di africani. Fra questi, un uomo di circa 40 anni non la indossava quindi si è creata una discussione, al termine della quale l’uomo non ha ricevuto solo un avvertimento, anziché la multa prevista dalla legge. Tuttavia alcune persone presenti sul binario si sono sentite in dovere di rimproverare il signore, legittimate proprio da questa forma di razzismo. 

Ritengo che questa mobilitazione ci stia mostrando una nuova alba, dove Black lives matter a qualsiasi longitudine e latitudine. Una scossa dentro e fuori la black community europea.

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