“Di dove sei?”

Una domanda che spesso mi è stata rivolta,  ricca di curiosità, ma come rispondere, cosa vorresti sentirmi dire?

Spesso dico: “Nigeria, ma sono nata in Puglia.”

Non vi dico la sorpresa negli occhi dei miei interlocutori, sorpresi forse sia del fatto che io sia una nera italiana, che io in fin dei conti hanno difronte una pugliese. L’osservazione successiva è sul mio accento prettamente “nordico”.

Effettivamente, adesso, sentendomi parlare, mi collochereste nell’Italia settentrionale con alcune inflessioni, romane, napoletane e pugliesi. Mi sono trasferita nel mantovano all’età di 7 anni, con il mio baglio linguistico fortemente pugliese, ed è stata la mia croce per i successivi 10 anni. Spintoni, sputi, frasi pensati come: “sporca ne*ra ritornatene in Ter**nia!!!“, mi hanno accompagnato sino al mio ingresso nel mondo universitario a Bologna.

La città mi ha accolta a braccia aperte, dal università, ai stessi fantastici bolognesi . Nel giro di un anno ne ho presi i profumi linguistici. La mai conquista si è materializzata quando, a Mantova un passante mi ha chiesto delle indicazioni stradali, e al termine della conversazione mi ha chiesto se fossi di Bologna o dintorni. Wow finalmente avevo l’accento del luogo dove mi trovavo, della città che amavo.

Terminata la laurea triennale, il trasferimento a Roma per la magistrale, dove per alcuni versi il mio esser nordica risultava troppo forte. Poi il ritorno al nord, Milano.

Ora ho il mio accento. Ho compreso che la mia voce, il mio profumo linguistico si modula a seconda del mio interlocutore. Quando parlo con i pugliesi, esce il accento foggiano o per lo più “napuligno”, a causa di vecchie amicizie. Se nella stanza ci sono diverse persone provenienti da tutte le parti d’Italia.. beh è comico, ogni parola in automatico verrà pronunciata con tutti gli accenti di cui dispongo.

Penso che sia una forma di auto-conservazione, stufa evidentemente d’esser schernita per il mio modo parlare, il mio cervello lo abbia attuato. Ma la cosa che mi lascia un amaro sorriso e che non ostante il mio accento, molte persone continuino a dire: “come parli bene, da quanti anni sei qui in Italia?”

Grazia

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