Quanti afroitaliani avete visto sul grande e sul piccolo schermo negli ultimi dodici mesi? Non parlo del solito immigrato del servizio di cronaca, ma di italiani neri professionisti del mestiere.
Io, ne conto meno delle dita di una mano.

Vi pongo una seconda domanda: che cosa compare se cercate “afroitaliani” su Google? Sicuramente il nostro sito Afroitalian Souls, rapper come Tommy Kuti, qulache blogger o youtuber e probabilmente un articolo pubblicato su quell’imbarazzante pagina di Nonciclopedia.
Insomma, in rete spacchiamo. I social ci adorano.
Tuttavia, per quanto Internet sia il mezzo del futuro, è la televisione ad essere al centro della nostra quotidianità.

Attori afroitaliani ce ne sono: Fred Kudjo Kuwornu, per esempio, è un cineasta bolognese emigrato da qualche anno in America. Insieme ad altri connazionali, è comparso in un film di Spike Lee del 2008 come Buffalo Soldier. Fred sa quanto sia dura per un nero sfondare in questo settore, perciò nel 2015 ha dedicato a tutti i suoi colleghi il documentario “Blaxpolitan, Cent’anni di Afrostorie nel cinema italiano.” Lo scopo è di promuovere la diversità nel cinema e sensibilizzare l’industria italiana a rappresentare correttamente gli afro-discendenti.

Tutto sta nella giusta rappresentazione, folks. Immaginate l’effetto che può avere un cassiere nero nella pubblicità di un supermercato su una giovane afroitaliana. Immaginate, solo per un secondo, un tronista italo-senegalese a Uomini e Donne. Un inviato delle Iene di origine ivoriana. Una donna con l’hijab intervistata alla fine del TG5 su cosa ha comprato durante il Black Friday.

Sembrano cose banali, ma i fattori mediatici sono importantissimi per una società come la nostra. Finché gli unici stranieri in tv saranno badanti filippine e spacciatori nigeriani, gli stereotipi non moriranno mai.

Per fortuna, la Rai ha colto il messaggio e ci ha fatto un regalo: Tezeta Abraham di “E’ arrivata la felicità“.
Tezeta è una modella italiana di origine etiope, che nel 2015 si è lanciata nella recitazione grazie alla fiction di Rai 1. Ha interpretato Francesca, una studentessa lavoratrice sfortunata in amore. Sì, avete sentito bene: una ragazza nera, che vive come tutte le altre ragazze italiane, ha un lavoro e non si prostituisce. Tanto di cappello alla Rai per aver dato all’Italia un’immagine positiva delle seconde generazioni.

E non è finita qui: su RaiPlay sbarca “Indovina chi ti porto per cena,” per il progetto MigrArti. Si tratta di un cortometraggio che segue le vicende di Mohamed, un giovane romano che sta per incontrare i genitori russi della sua ragazza. È diretto e interpretato da Amin Nour, originario di Mogadiscio e fondatore di Black Italians – Neri Italiani. Nel corto compare anche un cameo dell’europarlamentare Cécile Kyenge.

Siamo di fronte a delle vere e proprie celebrità afroitaliane, non so se mi spiego.

Perché vi racconto tutto questo? Oltre a fare pubblicità gratuita a personalità davvero meritevoli, lo faccio per noi. Per gli italiani neri e per tutti gli altri. Il nostro paese ha bisogno di modelli positivi dai volti nuovi. Fa bene a noi, per sentirci parte di un tutto, e fa bene ai bianchi, affinché imparino a guardare i POC (people of colour) con occhi diversi.

Ho fiducia nel nostro paese. Non facciamoci spaventare dalle barriere che questo periodo storico-politico ci mette davanti: fa tutto parte di un percorso. Com’è successo in Francia, negli USA, accadrà anche qui. Certo, all’estero non è tutto rose e fiori come può sembrare, ma molti ostacoli sono già stati superati.

Ho fiducia nelle nuove generazioni perché daremo un nuovo volto all’Italia.
Perché saremo i modelli che non abbiamo avuto.
Perché, quando una piccola afroitaliana guarderà la televisione, non si sentirà più esclusa.

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