Tra le uscite più interessanti di questo 2020, nel panorama delle piccole case editrici, c’è sicuramente ‘Ladri di Denti’ edito da People. Il libro è un insieme di racconti scritti dalla giovanissima Djarah Kan, autrice italo- ghanese classe ’93, nota ai più per il suo blog Kasava Call attraverso il quale ha raccontato la vita a Castel Volturno, città di mare in provincia di Caserta, affetta da persistenti tensioni razziali. Negli anni Kan ha poi scritto per numerose riviste e lo scorso anno ha contribuito alla raccolta antologica Future, coordinata da Igiaba Scego.

In ‘Ladri di denti’, prima vera e propria fatica letteraria dell’autrice, possiamo trovare sette piccoli mondi che, a loro modo, ci narrano l’esperienza di giovani donne e uomini neri costretti a vivere in ambienti fortemente razzializzati e caratterizzati da un endemico disagio sociale. Quelle di Djarah Kan sono le storie degli ultimi in un Sud Italia dimenticato anche dallo stesso storytelling afroitaliano, troppo impantanato in una prospettiva che non riesce a guardare a quello che c’è al di sotto di Roma.

Perché nessuno crederebbe mai alla follia indotta dalla mancanza di documenti di riconoscimento validi. Non ci sono storie di italiani bianchi finiti in centri di igiene mentale per il mancato ottenimento della carta di identità. Non ci sono bianchi che danno di matto perché la questura o la prefettura non li convoca per rilevare le impronte. Ma ci sono neri che perdono la testa per queste cose. Perché nessuno crederebbe mai alla follia indotta dalla mancanza di documenti di riconoscimento validi. Non ci sono storie di italiani bianchi finiti in centri di igiene mentale per il mancato ottenimento della carta di identità. Non ci sono bianchi che danno di matto perché la questura o la prefettura non li convoca per rilevare le impronte. Ma ci sono neri che perdono la testa per queste cose.

Lo stile di della Kan è asciutto e diretto e proietta il lettore in un mondo a tinte forti dove i confini tra bene e male sono nitidi ma allo stesso tempo labili e dove ancora una volta, come in molta della letteratura afroitaliana recente, si racconta una realtà fatta da invisibili che ormai da generazioni vivono in una dimensione esistenziale che fa fatica a riconoscerli e che programmaticamente si rifiuta di ascoltarne le istanze. Topo così come Fati diventano così individui privati di dignità sul piano formale e le conseguenze non possono che essere disastrose.

La mia Fati è andata al diavolo, gonfia di mare e piena di sabbia. Porta i capelli intrecciati, nelle immagini riprese dai giornalisti. La mostrano in tutta la sua bellezza corrotta dalla morte, la inquadrano di sopra, di sotto, e da lontano – proprio lontano – una voce narrante aggiunge ancora fronzoli a una vita supposta, ricostruita, alleggerita dalla verità, che nemmeno io, a pensarci bene, conosco davvero.

Illuminate è il racconto Conosci la tua storia, probabilmente uno di quelli scritti per ultimo visti i riferimenti al Covid-19, che con maestria descrive il paradosso di buona parte della sinistra italiana che troppo spesso ricade nello stereotipo del white savior senza mai mettere in discussione il suo razzismo interiorizzato e che si pone con fare paternalistico nei confronti di chi vive le discriminazioni quotidianamente.

Ti incalzano: leggi, studia, informati sulla tua storia, di- venta un negro evoluto, diventa Presidente, cambia le sorti della tua comunità, fai questo, fai, fai, fai, e l’approccio è sempre quello dell’individuo privilegiato che sa di essere bianco, di avere delle “colpe”, ma sa anche di poter rimediare comunque, trasformando il negro incosciente in un negro cosciente. Del resto, siamo teste e corpi vuoti, con un potenziale enorme, che va solo esaltato e diligentemente indirizzato dalla savana verso la civiltà.

‘Ladri di denti’ è un’operazione riuscita che però sembra il preambolo a qualcosa di più grande, una prova generale prima della consacrazione definitiva dell’autrice.

Se poi dovessimo tirare le somme ad un livello più globale, è necessario notare che sia Djarah Kan che Espérance Hakuzwimana Ripanti stanno assumendo il ruolo di apri pista per tutta la prossima generazione di scrittori e scrittrici afrodiscendenti che certamente avrà modo di emergere più facilmente. D’altro canto, il panorama editoriale italiano sembra finalmente pronto a dare spazio a voci alternative e a narrare storie che esulano dai canoni tradizionali (anche se, a ben vedere i rischi di una nuova ghettizzazione sono dietro l’angolo). Così anche se arriviamo un po’ tardi, sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo e non possiamo che sentirci ottimisti.

Acquistate Ladri di denti qui

Comments

comments