La quarta stagione di Skam Italia ha generato accese discussioni, ma Aya Mohamed “MilanPyramid” ci spiega perché è da vedere.

Il 15 maggio 2020 è finalmente arrivata la quarta stagione di Skam Italia, con protagonista Sana, una ragazza italo-tunisina, musulmana e velata. Sana è la mente del gruppo, quella un po’ più ragionevole, con i piedi per terra e capace di dare consigli utili. Il suo personaggio molto forte, schietto ed ironico, nasconde un cuore dolce che quest’anno vediamo innamorarsi di un amico del fratello, Malik.

Ammetto di essere stata un pochino scettica all’inizio, forse perché non sono una grande fan dei remake e non seguo serie tv italiane, ma soprattutto temevo di subire nuovamente una rappresentazione ingiusta di quella che è la mia realtà. Tuttavia sono rimasta totalmente sbalordita dalla accuratezza e dalla imparzialità con cui si racconta la storia di Sana. Guardando le puntate, mi è sembrato quasi di tornare agli anni del liceo. 

Sana è una persona complessa con molteplici sfaccettature. L’obiettivo del personaggio non è quello di rappresentare ogni singola ragazza musulmana italiana che indossa il velo, sarebbe letteralmente impossibile. Proprio come Martino non poteva rappresentare tutti i ragazzi gay o bisessuali. 

Questa stagione ha creato accese discussioni all’interno della comunità musulmana in Italia, sia in positivo che in negativo. Da un lato c’è stata una esplosione di gioia da parte di ragazze che finalmente in tv hanno visto un personaggio in cui potersi riconoscere. Dall’altro lato c’è chi ritiene che la protagonista sia troppo “libertina”, o non una “perfetta musulmana”; altri ancora affermano che Sana sia troppo sottomessa e che il personaggio perpetui i soliti stereotipi, quindi non si sentono rappresentati.

Analizziamo alcuni punti fondamentali della quarta stagione di Skam Italia.
  • Sana è femminista. Per un italiano medio immaginare una ragazza velata femminista sembra impossibile. Sana cerca di far capire che indossare il velo è una sua decisione indipendente ed autonoma e di grande forza. Nessuno ci obbliga, né ci opprime, a differenza di quello che pensano molte persone che ci credono vittime di lavaggi del cervello.
  • La prima puntata di Skam Italia si apre con il preside di un istituto scolastico che si lamenta del crescente numero delle studentesse velate, pur affermando di non essere razzista. Sfortunatamente nelle nostre scuole ancor oggi molte ragazze vengono discriminate da studenti e professori semplicemente per la scelta di coprirsi i capelli. Io stessa ho subito vicende simili, ma da quando il mio profilo Instagram ha preso più notorietà, mi capita quasi ogni giorno di ricevere messaggi da ragazzine che a scuola subiscono bullismo perché indossano il velo. L’islamofobia è reale e spero che se ne parli di più.
  • Il dualismo nella ricerca di un equilibrio. Sana fa del suo meglio per bilanciare la sua fede e la società che la circonda. Ha dei desideri, esce con le amiche, si diverte; ma allo stesso tempo prega, digiuna, è molto devota. Non è un contrasto, non è una lotta tra due mondi ma una ricerca di armonia tra due realtà opposte che fanno pienamente parte di lei. Sono entrambe valide e possono coesistere. Ho apprezzato le scene in cui le suona l’Adan (richiamo alla preghiera) mentre era in pubblico perché capita sempre anche a me ed è super imbarazzante!
  • Sana evidenzia come la società non le permetta di raggiungere le stesse opportunità delle sue coetanee. Nell’ottavo episodio di Skam Italia mentre Sana piange registrando un vocale alle sue amiche e dice: <<L’unico modo che ho per essere accettata in questo paese è studiando e lavorando quattro volte più di voi, e comunque non basterà…>>, sono scoppiata in lacrime. Quelle ultime parole mi hanno colpita nel profondo. Molte persone non comprendono ciò che comporta l’appartenenza a una religione che è sempre condannata e la scelta di indossare un capo di abbigliamento che attira una marea di pregiudizi. Esiste una difficoltà importante per le ragazze musulmane velate a trovare lavoro a causa della percezione che la società ha del velo. Per fortuna ultimamente sto notando alcuni miglioramenti.
Arriviamo alle note dolenti.
  • In Skam Italia Vediamo una divergenza in come i genitori di Sana si comportano con lei rispetto al fratello che non prega, non digiuna, anzi beve alcol e va con le ragazze… Questa cosa esiste nella comunità musulmana? Sì, ma è dovuta a fattori culturali non religiosi. Ricordiamoci che l’Islam è una religione, che spesso viene affiancata alla cultura araba, ma le due cose sono distinte e separate. E’ bene sottolineare che ovviamente non tutte le famiglie hanno queste dinamiche! 
  • Una delle scene più criticate è quando la protagonista rimuove il velo di fronte da Martino e Filippo. Ammetto che quando ho visto la scena prima di guardare l’intera serie mi ha fatto storcere un pochino il naso, ma dopo aver contestualizzato il tutto, l’ho rivalutata e personalmente non la considero grave, almeno non tanto quanto il fratello che si ubriaca!
  • Un’altra scena particolare che ha fatto nascere alcuni dubbi è nel il primo episodio e riguarda strettamente la pratica dell’abluzione, il rito che i musulmani seguono per lavarsi prima di pregare. Ci sono diversi modi per eseguire questa pratica in base alla situazione in cui ci si trova. Sana segue una modalità del Mas7 che è riconosciuta da alcune case giuridiche ma non da altre. Possiamo trovare un fattore in comune ad entrambe le scene: idee discordanti all’interno della giurisprudenza islamica. Nel Corano Dio ha reso palese ciò che era necessario palesare riguardante il lecito e l’illecito, le questioni non chiare permettono una libera flessibilità di interpretazione a seconda della vita di ogni individuo e di adattamento ai contesti storico geografici
Coinvolgimento e consultazione di esponenti della comunità musulmana in Italia.

Il regista Ludovico Bessegato per la ricostruzione di personaggi e vicende di Skam Italia si è affidato a Sumaya Abdel Qader, sociologa, ricercatrice e autrice di “Porto il velo e adoro i Queen” e di “Quello che abbiamo in testa”. Sumaya è una donna che da tanti anni lotta contro gli stereotipi e i pregiudizi. Ha permesso al regista di entrare a pieno dentro la sua famiglia, di conoscere da vicino i giovani musulmani ed addirittura partecipare ad uno dei campeggi del GMI (Giovani Musulmani Italiani).

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Sembra così lontano il giorno in cui abbiamo iniziato questo progetto. Ci siamo conosciuti un anno e mezzo fa @ludovicobessegato ed io. È stato un incessante scambio di idee, confronti, parole e frasi cancellate e ripensate. Tutto quello che troverete in questa stagione ha un suo perché, pur coscienti che non tutto verrà capito o condiviso da tutti e anzi magari anche diversamente interpretato. Fa parte del gioco. E lo sapevamo. La sfida ora è far tesoro di tutti gli stimoli, riflessioni e idee che ne scaturiscono per fare ancora meglio. Perché questa stagione, questa serie, sono un manifesto alla pluralità, un manifesto all'inclusione e capacità di confronto costruttivo anche con chi la persa diversamente e per questo ritenuto diverso e lontano. Eppure, in qualche modo, siamo solo apparentemente diversi. Alla fine siamo tutti uguali: appassionati di qualcosa, fragili, alla ricerca più o meno consapevole di chi siamo e cosa vogliamo; siamo pieni di difetti e contraddizioni; siamo pieni di paure che ci spingono a volte ad alzare muri, odiare o peggio far violenza. Ma siamo anche pieni di speranza e voglia di vivere, una energia che deve tradursi in una grande e travolgente onda d'amore per la vita. A Ludovico il mio più sincero grazie per avermi dato fiducia e per avermi fatto fare questa straordinaria avventura. Vi dico un segreto: confrontarsi con rispetto è bellissimo. Fa star bene e fa crescere. #skam4 #skamitalia #skamremake

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Certo, sarei stata ancor più felice se l’attrice che ha interpreto Sana fosse stata musulmana. Nella serie norvegese troviamo che a recitare è Iman Meskini una ragazza musulmana velata di origini tunisine, perfetta! Come musulmani in Italia, siamo ancora alle prime generazioni che stanno cercando di far valere i propri diritti civili, di ottenere spazi per le moschee e di affrontare problematiche sociali pesanti. Posso quindi immaginare la difficoltà a trovare un’attrice musulmana dato che in pochissimi si affacciano al mondo dell’intrattenimento, ma sono sicura che questo spronerà molti e molte a dedicarsi ad esso.

AUTRICE

Io sono Aya Mohamed, ho 23 anni, sono nata in Egitto ma vivo in Italia da quando avevo tre mesi e studio Scienze Politiche. Considero Milano casa mia, è la città in cui sono cresciuta. Da qualche anno ho aperto un blog che nasce con l’obiettivo di rompere gli stereotipi verso le ragazze musulmane. Questo mi ha permesso di raggiungere migliaia di persone tramite i social media e dato la possibilità di creare ponti.

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